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E' in gioco la Democrazia

Per Mira Fuori del Comune il dibattito sulla città metropolitana è fuori centro: il problema infatti non è scegliere tra Venezia o Padova, ma quello di difendere la Democrazia e l’autonomia degli Enti Locali.

Già il precedente Decreto “Salva Italia” è stato oggetto di ricorsi alla Corte Costituzionale da parte di 8 Regioni (Veneto compreso) sulla modalità e sulle competenze in materia di riordino amministrativo, ma ora il decreto sullo “Spending review” (convertito in Legge 135/2012) fa ancora peggio: va a modificare di imperio l’assetto costituzionale dello Stato Repubblicano, per di più con un provvedimento di natura economica emanato in tutta fretta per assecondare gli appetiti della finanza internazionale e dell’Europa.

“Questo modo di procedere è inaccettabile” sbotta il Capogruppo Mattia Donadel - “siamo di fronte una vera e propria deriva democratica, a una nuova dittatura, quella del mercato. I Comuni e i cittadini dovrebbero opporsi facendo fronte comune”.

Basti pensare che con la nuova legge l’istituzione delle Città Metropolitane viene decisa dal Governo e non più su iniziativa degli enti locali interessati attraverso la consultazione popolare così come previsto dagli artt.22-23 del Testo Unico degli Enti Locali, ora abrogati. Non solo, si richiede ai Comuni di aderire a “scatola chiusa” e in tempi strettissimi alla Città Metrpolitana senza poter discutere e decidere prima le nuove “regole del gioco”, senza avere il tempo di informare correttamente i cittadini e dare loro la possibilità di decidere.

Il rischio concreto è che i Comuni vengano ridotti a una sorta di municipalità perdendo quel poco di autonomia che gli è rimasta, e che la maggior parte dei poteri e delle funzioni vengano concentrate in poche mani: nel caso dell’area metropolitana di Venezia a decidere sulla testa di oltre 800.000 persone sarebbero il Sindaco metropolitano e 12 consiglieri nemmeno eletti con suffragio universale.

Con buona pace della rappresentanza democratica, della partecipazione, della tutela delle minoranze.

Se a questo aggiungiamo che le Prefetture diventano uffici territoriali dello Stato e non più del Governo (Art.10), la riforma assume toni addirittura inquietanti, riportando alla memoria l’organizzazione del “ventennio fascista”, quando ai “Prefetti” si sono aggiunti i “Podestà”.

Per Mira Fuori del Comune non vi è dubbio che il nostro territorio abbia le caratteristiche per essere riorganizzato in termini di “area metrpolitana vasta” e che la Riviera del Brenta sia strettamente in relazione con Venezia, ma questo processo deve essere guidato dalle comunità con il pieno coinvolgimento delle popolazioni, e sulla base di studi seri relativamente ai flussi e agli assetti esistenti.

Mira Fuori del Comune ha già pronto un ordine del giorno da presentare in Consiglio Comunale per chiedere all’amministrazione di non cadere in questa trappola e di attivarsi in tutti i modi per opporsi a questa controriforma, cercando di coordinarsi con gli altri Comuni.

La questione dei tempi non è così perentoria, e tra l’altro il prossimo 6 novembre è atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale su questo importante tema.

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